Da oggi, dunque, le coppie omosessuali che decidono di unirsi in "partenariati di vita" saranno riconosciute come famiglie al pari di quelle etero e quindi tutelate dalla costituzione.
Il testo è stato fortemente contrastato dalla chiesa cattolica croata e dalle associazioni cattoliche che difendono la cosiddetta "famiglia tradizionale".
Secondo quanto riporta l'Ansa l'organizzazione "Nel nome della famiglia", di ispirazione cattolica, sostiene che con questa legge il governo e la maggioranza di centro-sinistra avrebbero aggirato la volontà popolare espressa al referendum dello scorso anno in cui il 66 per cento dei croati si espresse a favore della definizione, dentro la Costituzione, del matrimonio come unione tra un uomo e una donna.
"Questo a lungo atteso riconoscimento giuridico delle nostre unioni - ha dichiarato all'agenzia di stampa Marko Jurcic, rappresentante della comunità lgbt croata - significa che tutte le forme di famiglia sono uguali, che meritano di vivere in un ambiente sicuro e felice e che la dignità di ogni persona, a prescindere dal suo orientamento sessuale è inalienabile".
"L'approvazione delle unioni civili é una bella notizia per la Croazia e l'ennesimo schiaffo morale all'Italia - ha dichiarato Sergio Lo Giudice, senatore del Pd -. Consoliamoci: non siamo gli ultimi. La nostra gloriosa civiltà giuridica aspetta ancora di essere umiliata da Cipro, San Marino o la Bulgaria".
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